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I DISEGNI SEGRETI DI DANTE

7. FONDATA SUL LAVORO

LA COMMEDIA DI DANTE ALIGHIERI È UNA REPUBBLICA INIZIATICA FONDATA SUL LAVORO

Sento l’impulso di doverlo scrivere. Scegliendo questo luogo virtuale, aereo, IMMATERIALE, proprio perché la massima perfezione della MATERIA è la totale assenza di MATERIA. E perché così le mie parole possano raggiungerlo ovunque dove si trovi, e lo rendano felice visto che gli garberebbe tanto sentirselo dire.

Il Poema, anche se qualcuno può torcere il naso, è per davvero una RES PUBLICA. Cosa che riguarda noi tutti, DONATA a noi senz’ombra di distinzione, e dal Poeta divulgata completamente priva dall’ipoteca del danaro, del lucro o del mercimonio.

Ed è anche strada di INIZIAZIONE alla nostra vita in terra, intensamente rappresentata dal travagliato cammino del dolore per una felicità da conquistare.

Se mai continga che ‘l poema sacro 
al quale ha posto mano e cielo e terra, 
sì che m’ha fatto per molti anni macro,         3

vinca la crudeltà che fuor mi serra 
del bello ovile ov’io dormi’ agnello, 
nimico ai lupi che li danno guerra;                   6

con altra voce omai, con altro vello 
ritornerò poeta, e in sul fonte 
del mio battesmo prenderò ‘l cappello;             9

però che ne la fede, che fa conte 
l’anime a Dio, quivi intra’ io, e poi 
Pietro per lei sì mi girò la fronte.                     12

Se mai avverrà che il poema sacro al quale hanno cooperato Cielo e Terra, e che mi ha consumato fisicamente per molti anni, vinca la crudeltà che mi bandisce dal bell’ovile (Firenze) in cui io dormii come agnello (in cui sono nato e cresciuto), nemico ai lupi che gli fanno guerra; con voce ben diversa e i capelli canuti ritornerò lì come poeta, e cingerò le tempie con l’alloro poetico sul fonte del mio battesimo (nel battistero di S. Giovanni); poiché fu lì che io entrai nella fede, che rende le anime vicine a Dio, e in seguito san Pietro girò intorno alla mia fronte dopo avermi esaminato su quella virtù.

Si deve giungere al XXV del Paradiso, al canto della SPERANZA, all’incontro con san Giacomo di Compostela, per sentire parlare l’Alighieri di se stesso, del suo lungo lavoro che gli ha segnato l’intera esistenza, pensato e germogliato fin dalla sua giovinezza, e non ce la facciamo più a sentir dire dai Tradizionalisti che tutto è accaduto negli anni dell’esilio. Per la composizione definitiva certamente concordo! Ma il PROGETTO santiddio… a quale data può risalire? Ci rimane inchiodato nel cuore questo mistero! Dalla fine della VITA NOVA, quando promette di scrivere un Poema che nessuno ha mai scritto per rendere onore ad una donna: a Beatrice, donna della sua anima? O fin dall’adolescenza, quando qualcuno gli ha insegnato il segreto della circonferenza e del miracoloso ottagono che abbraccia il Cielo alla Terra? O quando  ha inverato il suo presagio nel nome dei suoi tre figli, Pietro Giacomo e Giovanni, gli apostoli prediletti dal Cristo, con i quali lui parla nel Cielo delle Stelle Fisse?

Eppure lascia scritto nel Convivio che l’evento del Tabor, quando il Cristo manifesta ai suoi tre amati discepoli il suo Corpo di Gloria, ci insegna che non dovremmo mai ardire di penetrare le secretissime cose!

Ma il Poeta arditamente le penetra, e offre ai tre apostoli l’unica risposta esatta che un poeta può offrire: la FEDE è  il mio  lavoro, la SPERANZA è il mio lavoro, la CARITA’ è il mio lavoro!

Tutta la fatica che l’ha reso macro nel compimento della sua Opera. L’abbruttimento del fabbro in officina, o del minatore che prende a picconate il ventre della terra, la roccia del SENSO, per estrarre le parole oneste e giuste. Le spalle incurvate, il suo aspetto ischeletrito e provato, l’indebolimento del suo corpo, e contemporaneamente la conquistata grandezza del suo Spirito, perché macro, in greco, vuole anche dire grande ed infinito!

San Pietro gioiosamente danza attorno al corpo di Dante disegnando il cerchio della perfezione, perché gli ha offerto la risposta perfetta! Ma l’Alighieri precisamente indica e approfondisce il gesto di quella gioia: sì mi girò la FRONTE, e cioè danzò attorno all’unico nostro luogo in cui lo SPIRITO si ANIMA per entrare in AZIONE.

Cosa che, per tutti gli Umani, deve essere necessariamente declinata con il LAVORO.

 

Di Maria Castronovo

Maria Castronovo è nata nel 1953. Laureata in Lettere Moderne alla Statale di Milano, ha insegnato per 40 anni nella scuola pubblica.

Ha pubblicato vari libri e articoli per ELLIN SELAE EDIZIONI

(Il silenzio del fauno, Viaggio in terra di poesia, Sopra il primo fumo caldo, Questi dorati orrori).

Presso TYPEFACE EDIZIONI ha stampato nel 2018:

Pitagora e la Carta Costituzionale del 1948

Donna Selene (Alcesti, Antigone e Medea)

Presso SCEPSI&MATTANA EDIZIONI, nel 2020 è uscito:

Lo Zen e l’arte di sopravvivere alla scuola di (questa) massa

Nel sito di VISIONE ALCHEMICA potete trovare l’archivio delle sue trasmissioni su Dante e su altri argomenti.

Da dieci anni lavora sulla Geometria Sacra del Poema Dantesco, e ha scritto i tre volumi che la riguardano:

STELLE SEGRETE E QUIETE

DANTE E LA STELLA DI BARGA

IL VALZER DEI CANTI STELLATI