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I DISEGNI SEGRETI DI DANTE

12. I GIORNI DEL VIAGGIO DI DANTE

 

Aggiungerei volentieri una delle tante rivelazioni della Geometria Sacra del Poema dantesco, che è, appunto (XXVIII Paradiso).

… quale stella par quinci più poca,

parrebbe luna, locata con esso

come stella con stella si collòca. 21

74: Beatrice parla della NECESSARIA PASSIONE del Cristo.

75: Dopo l’agonia iniziata NEL MEZZOGIORNO PIENO (XXXIII Purg.) il Cristo muore alle ore 15 del venerdì santo 1301. Nel Cielo di Venere, cielo di Bellezza di Dolcezza e di Filosofia, Amore della Sapienza e Sapienza d’Amore, in cui il Cristo si trasfigura realmente in EROS INFINITO, contrapposto al Sigillo 24-25-26, luogo di THANATOS in cui i Ladri muoiono e risorgono senza saperlo.

76: Cunizza da Romano ratifica la conquista dello Spirito, così come Ulisse ratifica nel canto 26, diametralmente opposto al 76, la conquista dell’INTELLIGENZA. Cunizza, Folchetto da Marsiglia e Raab, sono i tre Beati del 26: anime transitate da amori deviati verso l’infinito Eros.

La croce del Cristo è circondata da peccatori ed ex-peccatori: cosa abbastanza facile da realizzarsi su questo pianeta.

Cristo muore in terra, e su questa terra scorre il suo sangue, che ancora scorre nelle nostre vene se preghiamo che questo accada.

La Terra, alchemicamente parlando, è il diametro orizzontale e PASSIVO della circonferenza che viene trafitto e fecondato da quello verticale e ATTIVO.

I due Sigilli dell’Anima Intellettiva (canto 50) e del Corpo Igneo Reintegrato (canto 100): dalle TENEBRE alla LUCE (nel 50 tutto è NOTTE del fumo dell’ira, nel 100 tutto è LUCE).

Le conoscenze alchemiche dell’Alighieri mi consigliano di tenerne conto.

Come ho scritto nel libro QUEST’UOMO E’ DA SALVARE (gratuito on-line al sito mariacastronovo.it), il Viaggio di Dante coincide con tutta la settimana di passione dal 25 marzo al 2 aprile del 1301, Pasqua di Resurrezione, Nono Giorno dell’Ultimo Giudizio (i  Beati Dante li vede vestiti del loro Corpo Risorto) in cui tutto si compie nel ritorno di TUTTE LE COSE al principio del MISTERO, al ritorno all’UNO, al totale superamento del MOLTEPLICE e del DOLORE DEGLI OPPOSTI. Le coincidenze temporali del viaggio di Dante con la settimana di passione del Cristo, che inizia nel canto XIII, Domenica delle Palme, 26 marzo 1301, sono tratte dalla comparazione con i 4 Vangeli. E siamo nella Selva dei Suicidi, e spero che comprendiate al volo la differenza che passa fra la scelta del suicidio, e quella di morire consapevolmente per donare all’Umanità la VITA NOVA.

Secondo il vangelo di Giovanni, le ultime parole di Gesù sulla croce furono “Tutto è compiuto!”, espressione che in greco è resa dal termine tetelestai. Questa parola ricorre in Giovanni 19:28 e 19:30.  La radice deriva dal verbo teleo che significa “portare a termine” o “porre fine”. Si tratta di una parola importantissima perché sta a indicare l’esito positivo di una particolare azione. Quelli che vivevano nella Palestina del I secolo la sentivano spesso e in una varietà di contesti. Ad esempio, un servo diceva “tetelestai” al suo padrone, quando finiva il lavoro affidatogli; il sacerdote diceva “tetelestai” quando, dopo aver esaminato l’agnello sacrificale, ne stabiliva la perfezione cerimoniale.

Nel greco neotestamentario, “tetelestai” è al tempo perfetto. Questo è importante perché il tempo perfetto si usa per esprimere un’azione che è stata completata in passato con risultati che continuano a manifestarsi nel presente e nel futuro. Se il tempo passato denota un evento già accaduto, il tempo perfetto reca in sé l’idea di “ciò che è avvenuto ed è ancora oggi in vigore.” Gesù gridando “Tutto è compiuto”, intendeva dire “è compiuto in passato, è ancora compiuto nel presente, e continuerà ad essere compiuto nel futuro”, come conferma John R. W. Stott, noto studioso e commentatore evangelico. Si noti un’altra realtà: Gesù non disse “Io sono finito”, il che avrebbe implicato che era morto stremato e sconfitto. Egli gridò: “Tutto è compiuto”, cioè “Ho eseguito con successo il compito per il quale ero venuto”. “Tetelestai” è dunque il finale grido di vittoria del Salvatore. Quando morì, Cristo non lasciò dietro di sé nulla in sospeso.

Nel canto 75 TUTTO SI COMPIE, NEL PASSATO NEL PRESENTE NEL FUTURO.

Da questo canto fino all’alba del canto 100 scorrono esattamente le 40 ore di adorazione del Cristo nel mondo dei morti, tradizione popolare ai tempi di Dante e in seguito istituzionalizzata dalla Chiesa Romana.

Il Paradiso inizia nel mezzogiorno pieno del venerdì santo: o nel paradiso si vola alla velocità della luce, ma conoscendo il genio dell’Alighieri mi rifiuto di crederlo! oppure si controllano i canti del Mattutino e del Vespro, che sono due:

DILIGITE IUSTITIAM QUI IUDICATIS TERRAM (salmo del mattino, XVIII Par.)

SALVE REGINA (canto del Vespro, XXIII Par.)

Due albe e un tramonto, per cui il Paradiso è un viaggio che dura due giorni e mezzo, il Purgatorio dura tre giorni e mezzo (Eden compreso), e l’Inferno ovviamente misura tre giorni di viaggio per un totale di NOVE.

NOVE, perfettissimo numero pitagorico, l’Oceano in cui sfocia l’infinità di tutti i numeri, magico endecasillabo del canto 33 del Paradiso… DA UN FULGORE IN CUI SUA VOGLIA VENNE…

Quando Giove fulmina la mente di Dante per fargli comprendere che significa tornare all’UNO.

Numero riservato a Beatrice, al daimon privato di Dante, alla missione che deve essere compiuta e che deve compiersi.

Ci sono dantisti che nel settimo giorno collocano la Pasqua.

Ci sono dantisti che nel settimo giorno collocano la Morte del Cristo.

Ci sono muliercule, casalinghe e nascoste, che possono permettersi di chiedere a tutti coloro che stanno leggendo: ma perché tanto terrore del Nono Giorno? Ma perché tanto terrore della salvezza di tutti???

Di Maria Castronovo

Maria Castronovo è nata nel 1953. Laureata in Lettere Moderne alla Statale di Milano, ha insegnato per 40 anni nella scuola pubblica.

Ha pubblicato vari libri e articoli per ELLIN SELAE EDIZIONI

(Il silenzio del fauno, Viaggio in terra di poesia, Sopra il primo fumo caldo, Questi dorati orrori).

Presso TYPEFACE EDIZIONI ha stampato nel 2018:

Pitagora e la Carta Costituzionale del 1948

Donna Selene (Alcesti, Antigone e Medea)

Presso SCEPSI&MATTANA EDIZIONI, nel 2020 è uscito:

Lo Zen e l’arte di sopravvivere alla scuola di (questa) massa

Nel sito di VISIONE ALCHEMICA potete trovare l’archivio delle sue trasmissioni su Dante e su altri argomenti.

Da dieci anni lavora sulla Geometria Sacra del Poema Dantesco, e ha scritto i tre volumi che la riguardano:

STELLE SEGRETE E QUIETE

DANTE E LA STELLA DI BARGA

IL VALZER DEI CANTI STELLATI