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I DISEGNI SEGRETI DI DANTE

10. LA QUARTA DIMENSIONE

Ipercubo Cosmico in Quarta Dimensione

Ecco! Questo è un ipercubo in Quarta Dimensione in movimento… ruota nel vuoto come una navicella spaziale, e nel movimento rotante  espelle il cubo chiuso all’interno che andrà a trasformarsi per magia nel cubo contenitore espandendo la sua dimensione … e poi ancora sarebbe risucchiato all’interno per tornare piccolo… così all’infinito. Vedreste la magia di un politopo di Quarta Dimensione, chiamato Ipercubo o Tesseratto, un politopo cosmico: l’esplosione del quattro! Costituito da 24 facce bidimensionali quadrate, e da 8 facce 3-dimensionali cubiche. Il termine tesseratto, riferito alla realtà spaziale in cui vive l’uomo, è stato coniato e usato per la prima volta da Hinton nel 1888 nel suo libro Una nuova era del pensiero.

Tutti noi, in un modo o nell’altro abbiamo sentito parlare della Quarta Dimensione. Ma che cos’è? Tre dimensioni le conosciamo così come ce le hanno insegnate a scuola:

– il punto: senza dimensione

– la linea: 1 dimensione

– il piano: 2 dimensioni

– il solido: 3 dimensioni

Entrare in una nuova dimensione, significa muoversi in una nuova direzione. Un punto muovendosi nello spazio, in una direzione diversa da se stesso, uscendo da se stesso, lascia la traccia del suo movimento come una linea. Una linea muovendosi nello spazio, in una direzione diversa da se stessa, uscendo da se stessa, altrimenti si prolungherebbe solamente, lascia la traccia del suo movimento come un piano. Un piano muovendosi nello spazio in una direzione diversa da se stesso, uscendo da se stesso, lascia la traccia del suo movimento come un solido. Per conseguenza quando un solido si muove nello spazio in una direzione diversa da se stesso, quindi fuori da se stesso, lascia la traccia del suo movimento nella quarta dimensione. Per noi, esseri tridimensionali è difficile comprendere cosa sia la Quarta Dimensione, dovremmo uscire da noi stessi per comprendere questo concetto. Ma guardate nell’immagine come la proiezione cosmica dell’ipercubo in politopo regolare – cioè lo sviluppo della traccia del suo movimento circolare nello spazio –  sia capace di sviluppare un rosone gotico… ma che meraviglia!

Quarta e Quinta Dimensione

Questo mirabile oggetto, l’ipercubo in 4D, che per esistere ha bisogno di uno spazio in cui librarsi per poter uscire da se stesso e rientrare in se stesso… questo mirabile oggetto lo si può anche vedere con un disegno geometrico piano, in doppia dimensione, tipo questo in basso. Sì, la Stella di Barga… uguale all’oggetto che avete disegnato insieme a me, e adesso avete capito che nemmeno voi avreste potuto intuire quello che stavate facendo: la proiezione piana di un ipercubo cosmico! Questa Stella, scolpita in molte mattonelle, decora la bassa parete che separa la zona sacra del Duomo di Barga dall’ingresso.

La Stella di Barga e la proiezione piana dell’Ipercubo Cosmico

Forse, durante il suo esilio in Lucchesia, attorno al 1306, l’Alighieri è entrato nel Duomo di Barga, che invia un’ora che può aver secoli o anni o secondi… e forse ha visto questa formella che misteriosamente trattiene il segreto di un ipercubo cosmico: dell’esplosione del quattro.

O forse l’aveva già vista durante le lezioni di Brunetto Latini, grande pitagorico, e ha visitato il Duomo per cercar conferme…

O forse fin dall’infanzia l’ha sempre conosciuta e disegnata con il sestile, con il compasso che serviva ai giovani allievi per poter entrare nella grande magia della Geometria della Sfera. E questa Stella, sia ben chiaro, giunge dall’India, attraversa la Mesopotamia, tocca l’Egitto, e in Italia la porta lo stesso Pitagora. E poi saranno gli Arabi ad usarla nelle loro moschee, e trionferà in epoca gotica e rinascimentale e barocca in tutti gli edifici religiosi della Romana Chiesa.

Ma questo è soprattutto l’oggetto in cui vorrei entrare, per poter esplodere con lui nello spazio e imparare da lui che cosa vuol dire uscire da se stessi che, in greco, si dice estasi. Vocabolo che indica: spostamento, deviazione, uscita da se stessi.

Oggetto estatico, ipnotizzante come un mandala, lirico come una preghiera. Ma quando l’ho disegnato non sapevo nulla degli ipercubi, non sapevo nulla dei politopi cosmici, non sapevo nulla delle geometrie antieuclidee.

L’ho disegnato interrogando Dante per continuare insieme a lui il gioco magico della Sacra Dozzina… quel gioco che mi ha fatto scoprire i tre sistemi siderali nascosti dentro il Poema.

Nella mia totale ignoranza ho disegnato la Stella di Barga, simbolo esoterico dei Maestri Scultori Intagliatori… perfetta geometria secretata dalla Scuola di Pitagora, e dalla scuola Templare (il Duomo di Barga è di costruzione templare e risale al secolo undicesimo), Stella che potrebbe uscire da sé e perdersi nello spazio lasciando infinite tracce di rosoni gotici in Quarta Dimensione.

da DANTE E LA STELLA DI BARGA

Di Maria Castronovo

Maria Castronovo è nata nel 1953. Laureata in Lettere Moderne alla Statale di Milano, ha insegnato per 40 anni nella scuola pubblica.

Ha pubblicato vari libri e articoli per ELLIN SELAE EDIZIONI

(Il silenzio del fauno, Viaggio in terra di poesia, Sopra il primo fumo caldo, Questi dorati orrori).

Presso TYPEFACE EDIZIONI ha stampato nel 2018:

Pitagora e la Carta Costituzionale del 1948

Donna Selene (Alcesti, Antigone e Medea)

Presso SCEPSI&MATTANA EDIZIONI, nel 2020 è uscito:

Lo Zen e l’arte di sopravvivere alla scuola di (questa) massa

Nel sito di VISIONE ALCHEMICA potete trovare l’archivio delle sue trasmissioni su Dante e su altri argomenti.

Da dieci anni lavora sulla Geometria Sacra del Poema Dantesco, e ha scritto i tre volumi che la riguardano:

STELLE SEGRETE E QUIETE

DANTE E LA STELLA DI BARGA

IL VALZER DEI CANTI STELLATI